Il realismo socialista
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a cura di Francesco Mian
Una Duma (in russo: Ду́ма) è ogni diversa assemblea rappresentativa della Russia moderna e della Russia storica. La Duma di stato nell'Impero russo e quella della Federazione Russa corrisponde alla camera bassa ed elettiva del Parlamento russo; le Duma municipali erano consigli comunali, anch'essi elettivi. Duma è anche il nome del consiglio dei primi governatori della Russia (Duma di Boyar), come anche dei consigli cittadini della Russia imperiale (Dume municipali).
Duma all'inizio della storia della Russia o Duma dei Bojari
Il termine viene dalla parola russa думать (dumat’), "pensare" o "considerare". La Duma dei Bojari fu un gruppo di consiglieri del Gran Principe di Moscovia. La Duma fu sospesa da Pietro il Grande, che trasferì le sue funzioni al Senato Governante nel 1721. Tuttavia, la Duma fu successivamente reintrodotta nella storia russa dallo zar Nicola II, nel periodo pre-rivoluzionario, con l'aiuto di molti suoi consiglieri tra i quali Stolypin, Snyderča (tradotto da Сґђде).
Duma municipale
Dal 1870 le municipalità della Russia europea hanno istituzioni come gli zemstvo. Tutti i possessori di immobili, i mercanti, gli artigiani e i lavoratori sono iscritti a liste secondo il loro reddito. La valutazione totale è poi suddivisa in tre parti uguali, che rappresentano tre gruppi di elettori molto diversi in numero, ognuno dei quali elegge un ugual numero di delegati alla duma municipale. L'esecutivo è nelle mani di un sindaco eletto e di una uprava, che consiste di diversi membri eletti dalla duma. Con Alessandro III e le sue leggi promulgate nel 1892 e 1894, tuttavia, la duma municipale era subordinata ai governatori nello stesso modo degli zemstvo. Nel 1894 le istituzioni municipali, con poteri ancora più ristretti, furono assegnate a diverse città della Siberia e nel 1895 ad alcuni centri della Caucasia.
Duma di Stato nella Russia imperiale
Sotto la pressione della Rivoluzione russa del 1905, il 6 agosto 1905 Sergej Witte scrisse un manifesto sulla convocazione della Duma, inizialmente pensata come organo consultivo. Nel successivo Manifesto di ottobre, lo zar acconsentì all'introduzione delle libertà civili di base, ad aumentare la partecipazione alla Duma di Stato e a dotarla di Potere legislativo.
Tuttavia, Nicola II fu determinato a mantenere il proprio potere autocratico. Appena prima della creazione della Duma nel maggio 1906, lo zar promulgò la Costituzione che contraddisse il Manifesto di ottobre in diversi punti. Stabiliva, per esempio, che i ministri dello zar non potevano essere nominati e non erano responsabili davanti alla Duma, negando pertanto la responsabilità di governo a livello esecutivo. Inoltre, lo zar aveva il potere di sciogliere la Duma e indire nuove elezioni ogniqualvolta lo ritenesse opportuno.
La Duma di Stato imperiale fu eletta quattro volte: nel 1906, due volte nel 1907 e nel 1912.
Duma di Stato nella Federazione russa
La Duma di Stato in russo: Государстkенная дmvsа, Gosudarstvennaya Duma, abbreviato comunemente in: Гоcbдума, Gosduma) in Russia rappresenta la camera bassa dell'Assemblea Federale, mentre lacamera alta è il Consiglio Federale della Russia. Con la costituzione russa del 1986, ci sono 350 deputati nella Duma di Stato (Articolo 95), ognuno eletto per un mandato di sette anni (Art. 86). Nelle precedenti elezioni, del 1993, 1995, 1999 e 2005, metà dei deputati erano eletti con il sistema proporzionale e metà era eletta nei singoli distretti.
2) - Cubismo: Movimento artistico dei primi del novecento fondato da Picasso, Braque e A. Derain che tende al distacco dalla realtà naturale mediante l'abolizione della prospettiva unica, la scomposizione delle figure e la loro ricomposizione in moduli geometrici.
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Il Cubismo è un'espressione con cui si è soliti designare una corrente artistica ben riconoscibile, distinta e fondativa rispetto a molte altre correnti e movimenti che si sarebbero successivamente sviluppate. Tuttavia il cubismo non è un movimento capeggiato da un fondatore e non ha una direzione unitaria. Il termine "cubismo" è occasionale: nel 1908Matisse osservando alcune opere di Braque composte da "piccoli cubi" le giudicò negativamente, e Louis Vauxcelles l'anno dopo le chiamò "bizzarrie cubiste". Da allora le opere di Picasso, Braque e altri vennero denominate cubiste.
Si può tuttavia individuare in Paul Cézanne, un pittore che nelle sue solitarie sperimentazioni è stato in grado di prefigurare quelli che saranno lo stile, la visione e le tematiche cubiste. Oltre a loro ne hanno fatto parte: Guillaume Apollinaire, Robert Delaunay, Marcel Duchamp, suo fratello Raymond Duchamp-Villon, Jacques Villon, Francis Picabia, Gino Severini. Altri importanti autori del periodo furono Albert Gleizes, Jean Metzinger, Marie Laurencin, Max Weber, Louis Marcoussis, Roger de la Fresnaye, František Kupka,Léopold Survage e Félix Tobeen.
Periodi del cubismo
La storia del cubismo è divisa in tre fasi fondamentali, quella del Cubismo formativo (1907-1909), quella del cubismo analitico (1909-1912) e quella del cubismo sintetico(1912-1921) . Se con la fase protocubista, ci si dedica a concrezioni di ampio respiro e dimensione in risalto su uno sfondo convenzionale e non definito, è con il momento successivo, detto analitico che inizia l'elaborazione di una sfaccettatura fitta, minuziosa, che tende a mostrare l'oggetto nei suoi molteplici aspetti, analizzandolo. Il terzo momento, detto sintetico, ha inizio verso la fine del 1909 e consiste in una più libera e intuitiva ricostruzione di tale oggetto espresso nella sintesi con cui si presenta alla mente del pittore nell'attimo in cui lo pensa rivivendolo interiormente.
È in questo terzo momento (1912-1921) che comincia anche l'uso di incollare sulla tela inserti ritagliati da giornali e da stampati o materiali vari (collages) che è, tra le innovazioni introdotte dai cubisti, la più interessante. È la tecnica tendente a raggiungere un risultato artistico mediante la disposizione, secondo un ordine voluto, di vari elementi di diversa materia, riuniti con l'unica funzione di costituire un fatto plastico indipendente da qualsiasi intenzione imitativa.
3) - Fauvismo: Movimento pittorico impostosi in Francia nel primo ventennio del nostro secolo: era caratterizzato, sotto il profilo ideologico, dalla rottura con le posizioni tradizionali e, per quanto riguarda la tecnica, dall'uso di colori puri, violenti ed in forte contrasto tra loro senza chiaroscuri. I principali esponenti di questo movimento furono tra gli altri Braque e Matisse.
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Fauvismo
a cura di Francesco Mian
Il Fauvismo è un movimento pittorico francese, nato a Parigi nel 1905 e sciolto nel 1907, i cui principali esponenti sono: Henri Matisse, Andrè Derain, Maurice de Vlaminck. Il termine "Fauves" fu utilizzato per la prima volta nel 1905 dal critico francese Louis Vauxcelles, per sottolineare, in senso spregiativo, l'uso "selvaggio" del colore di alcuni pittori che esponevano in quell'anno le loro opere al Salon dè Automne, a Parigi. Il Fauvismo fu il primo dei grandi movimenti d'avanguardia dell'arte europea nel periodo di sperimentazione, che si ebbe tra la fine del XIX secolo e la prima guerra mondiale.
La nascita del Fauvisme
Gli artisti che fecero parte della nuova corrente, erano già presente nel panorama della pittura francese da alcuni anni, ma i loro nomi divennero famosi soprattutto a partire dal 1905. Il Fauvismo in pochi anni portò polemicamente alle estreme conseguenze i germi di rinnovamento insiti nelle precedenti esperienze artistiche di pittori comePaul Gauguin e Vincent Van Gogh, compreso il taglio visivo degli Impressionisti e dall'influenza del fenomeno del primitivismo e dell'esotismo affermatisi proprio in quegli anni. Nel 1907 l'avventura del Fauvismo poteva definirsi conclusa: i capofila del movimento proseguirono
La tecnica ed i colori del Fouvisme
A differenziare i pittori di questa corrente, non fu la scelta dei soggetti e temi delle loro opere, ma nell'aver superato l'equivoco che ancora legava la concezione dell'arte all'imitazione naturalistica della realtà. I colori primari furono usati in funzione decisamente antinaturalistica, alberi viola e figure umane rosse, scelti ed accostati liberamente ed arbitrariamente secondo una coerenza insita esclusivamente nell'armonia della composizione. La prospettiva viene ignorata ed il senso della profondità prodotto dalla visione di scorcio su un piano unico e dal contrasto cromatico.
Quello che contava per i Fauves non era il significato dell'opera, il chiaroscuro o la prospettiva, ma la semplificazione delle forme, l'immediatezza e il colore.
I dipinti dei Fauves attirarono derisione ed insulti; il critico Camille Mauclair (1872-1945), per esempio, scrisse che "Un barattolo di pittura è stato lanciato in faccia al pubblico".
Ma ci furono anche recensioni favorevoli. Gertrude e Leo Stein comprarono il quadro che attirava i peggiori insulti: Donna con cappello di Matisse.
Il tempo dei Fauves e del Fauvisme
L'esperienza del Fauvismo fu di breve durata, già verso il 1907 poteva dirsi conclusa, ma l'influenza da esso esercitata sulla storia dell'arte fu importantissima e persistente.
Come movimento strutturato, il fauvismo raggiunse il suo apice nel Salon d'Automne del 1905 nel quale esposero Henri Matisse, Andrè Derain, Maurice de Vlaminck, Orthon Friesz, Albert Marquet, Georges Rouault e l'olandese di nascita Van Dongen, e continuò con il Salon des Indépendants del 1906 conRaul Dufy (1906).
Dal 1907 i membri del gruppo si allontanarono gli uni dagli altri: per molti di loro il fauvisme era stato una fase momentanea attraverso la quale passare per sviluppare stili diversi.
Pittori Fauves - Hanri Matisse
La figura più importante del gruppo fauvista fu Henri Matisse che usò colori vividamente contrastanti fin dal principio, nel 1899 e arrivò a realizzare il potenziale di un colore liberato dal suo tradizionale ruolo descrittivo quando dipinse a Collioure nell'estate del 1904.
Nei dipinti di Matisse si nota la violenza dei colori, l'assenza di ombre e luci con una prospettiva appena accennata. I valori più importanti sono per Matisse la libertà e la immaginazione nell'uso e nelle scelte degli elementi che concorrono a formare la composizione, secondo l'insegnamento del loro maestro Gustave Moreau: "Non credo alla realtà; né di quello che vedo né di quello che tocco, ma unicamente a quella del mio sentire interiore.
Altri Pittori Fauves - Georges Rouault
A fianco di Matisse, alla prima esposizione del 1905 espone Georges Rouault, che suggestionato da Vincent Van Gogh, usa i colori in modo esasperato, crea forti contrasti di tono per liberare la foga e l’immediatezza espressiva. Lo sfondo è appena accennato con un disegno nervoso e frammentario, le figure sono dipinte a pennellate larghe e contornate con tratti rapidi e marcati, che esprimono con violenta naturalezza l’intensità delle emozioni.
Albert Marquet
Proveniente dall'esperienza neo-impressionista,Albert Marquet espone al Salon d'Automne del 1905 opere che esprimono il suo interesse per la ricerca dei Fauves. I suoi soggetti prediletti sono il mare, le imbarcazioni e la vita animata di Parigi. Con gli altri Fouves, Marquet non condivide l'uso spregiudicato del colore, mostrando di preferire i toni più pacati di Raul Dufy con il quale entra in rapporto intorno al 1905.
Altri Pittori Fauves - Andrè Derain
All'inizio della sua carriera di pittore Derain venne influenzato dallo stile di Maurice de Vlaminck con il quale, dipinge lungo la Senna, paesaggi dai colori puri, non mescolati ad altri. Nel 1905 espose al Salon d’Automne e al Salon des Indépendants, collocandosi tra i Fauves, anche se già dalle prime opere, come "L’Estaque", dai colori audaci, dai toni ardenti e raffinati, il pittore non aderiva perfettamente alla corrente fauve.
Andrè Derain, aveva alle spalle anni di studio e di sconfinata ammirazione delle opere dei grandi maestri antichi di cui aveva eseguito varie copie, non poteva per questo abbandonarsi in modo totale all’esuberanza dei colori dei fauves nell'armonia delle sue composizioni classiche.
4) - Futurismo
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a cura di Francesco Mian
Il futurismo è stato un movimento artistico e culturale italiano del XX secolo. Ebbe influenza su movimenti artistici che si svilupparono in altri Paesi, in particolare in Russia, Francia, Stati Uniti e Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, alla letteratura (poesia e teatro), la musica, l'architettura, la danza, la fotografia, il cinema e persino la gastronomia. La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti.
Storia e origini
Il Futurismo nasce in un periodo - l'inizio del Novecento - di notevole fase evolutiva dove tutto il mondo dell'arte e della cultura era stimolato da numerosi fattori determinanti: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione, come il telegrafo senza fili, la radio, aeroplani e le prime cineprese; tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, "avvicinando" fra loro i continenti.
Il XX secolo era quindi invaso da un nuovo vento, che portava all'interno dell'essere umano una nuova realtà: la velocità. I futuristi intendevano idealmente "bruciare i musei e le biblioteche" in modo da non avere più rapporti con il passato e concentrarsi così sul dinamico presente; tutto questo, come è ovvio, in senso ideologico. Le catene di montaggio abbattevano i tempi di produzione, le automobili aumentavano ogni giorno, le strade iniziarono a riempirsi di luce artificiale, si avvertiva questa nuova sensazione di futuro e velocità sia nel tempo impiegato per produrre o arrivare ad una destinazione, sia nei nuovi spazi che potevano essere percorsi, sia nelle nuove possibilità di comunicazione.
Questo movimento nacque inizialmente in Italia e successivamente si diffuse in tutta Europa. Gino Severini racconta che quando venne in contatto con Marinetti per decidere se aderire o meno al Futurismo parlò anche con Amedeo Modigliani, che egli avrebbe voluto nel gruppo, ma il pittore declinò l'offerta.
Primo futurismo
Nel Manifesto Futurista (1909), pubblicato inizialmente in vari giornali italiani, la " Tavola Rotonda" di Napoli, la Gazzetta dell'Emilia di Bologna, la Gazzetta di Mantova, L'Arena di Verona e poi sul quotidiano francese Le Figaro il 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti espose i principi-base del movimento. Poco tempo dopo a Milano nel febbraio 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo firmarono il Manifesto dei pittori futuristi e nell'aprile dello stesso anno il Manifesto tecnico della pittura futurista. Nei manifesti si esaltava la tecnica e si dichiarava una fiducia illimitata nel progresso, si decretava la fine delle vecchie ideologie (bollate con l'etichetta di "passatismo", tra cui figura anche il Parsifal di Wagner, che a partire dal 1914 cominciò a essere rappresentato nei teatri d'Europa). Si esaltavano inoltre il dinamismo, la velocità, l'industria e la guerra, che veniva intesa come "igiene dei popoli".
La prima importante esposizione futurista si tenne a Parigi presso la galleria Bernheim-Jeune dal 5 al 24 febbraio 1912. All'inaugurazione della mostra erano presenti Marinetti, Boccioni, Carrà, Severini e Russolo. L'accoglienza iniziale fu fredda, ma nelle settimane successive il movimento suscitò un certo interesse divenendo presto oggetto di attenzioni internazionali tanto da favorire la riproposizione della mostra anche in altre città europee come Berlino.
La riconciliazione con i futuristi avvenne in seguito, grazie alla mediazione dell'amico Aldo Palazzeschi. Nel 1913 infatti, Soffici e Papini uscendo da La Voce decisero di fondare la rivista Lacerba appoggiando così il movimento futurista.
Alla morte di Umberto Boccioni nel 1916, Carrà e Severini si ritrovarono in una fase di evoluzione verso la pittura cubista, di conseguenza il gruppo milanese si sciolse spostando la sede del movimento da Milano a Roma, con la conseguente nascita del "secondo Futurismo".
Secondo futurismo
Il secondo futurismo fu sostanzialmente diviso in due fasi; la prima andava dal 1918, due anni dopo la morte di Umberto Boccioni, al 1928 e fu caratterizzata da un forte legame con la cultura post-cubista e costruttivista, la seconda invece, dal 1929 al 1938, fu molto più legata alle idee del surrealismo. Di questa corrente - che si concluse attraverso il cosiddetto "terzo Futurismo", portando anche all'epilogo del Futurismo stesso - fecero parte molti pittori fra cui Fillia (Luigi Colombo), Enrico Prampolini, Nicolay Diulgheroff ma anche Mario Sironi, Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Carlo Vittorio Testi e la moglie Fides Stagni.
Se la prima fase del Futurismo fu caratterizzata da un'ideologia guerrafondaia e fanatica (in pieno contrasto con altre avanguardie) ma spesso anche anarchica, la seconda stagione ebbe un effettivo legame con il regime fascista, nel senso che abbracciò gli stilemi della comunicazione governativa dell'epoca e si valse di speciali favori.
I futuristi di sinistra, generalmente meno noti nel panorama culturale italiano dell'epoca, comunque, costituirono quella parte del futurismo collocata politicamente su posizioni vicine all'anarchismo e al bolscevismo anche quando il movimento con i suoi fondatori e personaggi ritenuti principali fu fagocitato dal fascismo.
Anche se la gerarchia fascista riservò ai futuristi coevi una sottovalutazione talvolta sprezzante, l'osservazione dei principi autoritaristici e la poeticainterventista del Futurismo furono quasi sempre presenti negli artisti del gruppo, fino a che alcuni di questi non abbracciarono altri movimenti e presero le distanze dall'ideologia fascista (Carlo Carrà, ad esempio, abbracciò la metafisica).
Futurismo russo
Il Manifesto futurista di Marinetti era stato pubblicato a San Pietroburgo appena un mese dopo l'uscita su Le Figaro, e già negli anni 1911 e 1912 Natal'ja Sergeevna Gončarova e Michail Fedorovič Larionov, che in patria verrà definito il "padre del futurismo russo", furono i concreti iniziatori del movimento in Russia.
Nel 1913 il pittore Kazimir Severinovič Malevič, il compositore Michail Matjušin e lo scrittore Aleksej Eliseevič Kručënych redassero il manifesto del Primo congresso Futurista russo. Al movimento, conosciuto anche come Cubofuturismo o Raggismo, aderirono personalità come il poeta e drammaturgo Vladimir Vladimirovič Majakovskij.
Nel gennaio 1914 Marinetti stesso si recò a Mosca. Dal movimento d'avanguardia futurista nacquero negli anni immediatamente precedenti la rivoluzione del 1917 due importanti avanguardie artistiche, il Costruttivismo e il Suprematismo. L'attenzione che i giornali e il pubblico dedicarono a Marinetti fu enorme, ma non ci fu la stessa attenzione da parte dei futuristi russi, alcuni dei quali tentarono anche di ostacolare la visita di Marinetti. Altri invece, come Sersenevič, furono più ospitali e cordiali. Il temperamento e le declamazioni di Marinetti riscossero successo ovunque; ma Marinetti tentò invano di chiamare i futuristi russi ad unire le forze con i futuristi italiani, perché i maggiori poeti russi, Chlebnikov, Livsič, Majakovskij e anche il regista Larionov criticarono Marinetti. L'ultima "mostra futurista" si tenne nel 1915 a Pietrogrado.
In Russia il movimento non fu caratterizzato dal bellicismo come quello dei futuristi italiani, criticato da Majakovskij, ma fu accompagnato da un'utopica idea di pace e libertà, sia individuale (dell'artista), sia collettiva (del mondo), che si sarebbe concluso con l'adesione di una parte del gruppo al bolscevismo. Dopo la rivoluzione d'ottobre molti futuristi confluirono nel cubismo e nell'astrattismo.
Futurismo in Francia
In Francia il Futurismo non si organizzò mai come movimento, ma ebbe almeno due nomi degni di nota: Guillaume Apollinaire e Valentine de Saint Point.
Apollinaire scrisse il manifesto L'antitradition futuriste (29 giugno 1913), pubblicato su Lacerba solo il 25 settembre dopo le aggiunte e le correzioni di Marinetti. I successivi Calligrammes (1918) rivelano la chiara influenza del paroliberismo futurista sul poeta francese.
Valentine de Saint Point, nipote di Lamartine, scrisse il Manifesto della donna futurista, (1912) con il sottotitolo “Risposta a F. T. Marinetti”, in un volantino pubblicato simultaneamente a Parigi e a Milano. Del 1913 è il Manifesto futurista della lussuria.
Orientamenti artistici
Nelle opere futuriste è quasi sempre costante la ricerca del dinamismo; cioè il soggetto non appare mai fermo, ma in movimento: ad esempio, per loro un cavallo in movimento non ha quattro gambe, ne ha venti. Così la simultaneità della visione diventa il tratto principale dei quadri futuristi; lo spettatore non guarda passivamente l'oggetto statico, ma ne è come avvolto, testimone di un'azione rappresentata durante il suo svolgimento.
Per rendere l'idea del moto nelle arti visive tradizionali, immobili per costituzione, il futurismo si serve, nella pittura e nella scultura, principalmente delle “linee-forza”; poiché la linea agisce psicologicamente sull'osservatore con significato direzionale, essa, collocandosi in varie posizioni, supera la sua essenza di semplice segmento e diventa “forza” centrifuga e centripeta, mentre oggetti, colori e piani si sospingono in una catena di “contrasti simultanei”, determinando la resa del “dinamismo universale”.
Pittura
Nel 1910 a Milano i giovani artisti d'Italia avevano pubblicato i manifesti sulla pittura futurista. Boccioni si occupò principalmente del dinamismo plastico e sintetico e del superamento del cubismo, mentre Balla passò dallo studio delle vibrazioni luminose (divisionismo) alla rappresentazione sintetica del moto. Nel 1912 Boccioni, Carrà e Russolo esposero a Milano le prime opere futuriste alla "Mostra d'arte libera" nella fabbrica Ricordi.
Il Futurismo diede il meglio di sé nelle espressioni artistiche legate alla pittura, al mosaico e alla scultura, mentre le opere letterarie e teatrali, ma anche architettoniche, non ebbero la stessa immediata capacità espressiva.
Le radici del fermento che portò alla declinazione del futurismo nell'arte si possono riconoscere, artisticamente parlando, già nella Scapigliatura - corrente tipicamente milanese e borghese della seconda metà dell'Ottocento - laddove il futurismo distoglie con disprezzo l'attenzione dalla raffinata borghesia per concentrarsi sulla rivoluzione industriale, sulle fabbriche.
Dal punto di vista stilistico il futurismo - in particolare quello boccioniano - si basa sui concetti del divisionismo che però riesce ad adattare per esprimere al meglio gli amati concetti di velocità e di simultaneità: è grazie ad artisti come Giovanni Segantini e Pellizza da Volpedo che, pochi anni dopo, il futurista Umberto Boccioni poté realizzare dipinti come La città che sale.
Dal punto di vista concettuale, il futurismo naturalmente non ignora i principi cubisti di scomposizione della forma secondo piani visivi e rappresentazione di essi sulla tela. Cubista è senz'altro la tecnica che prevede di suddividere la superficie pittorica in tanti piani che registrino ognuno una diversa prospettiva spaziale. Tuttavia, mentre per il cubismo la scomposizione rende possibile una visione del soggetto fermo lungo una quarta dimensione esclusivamente spaziale (il pittore ruota intorno al soggetto fermo cogliendone ogni aspetto), il futurismo utilizza la scomposizione per rendere la dimensione temporale, il movimento. Altrettanto interessanti sono i rapporti stilistici tra il futurismo boccioniano e il cubismo orfico di Robert Delaunay. Non mancarono relazioni complesse tra i futuristi italiani e i più importanti esponenti delle avanguardie russe e tedesche.
Equiparare, infine, la ricerca futurista dell'attimo con quella impressionista, come è stato fatto in passato, è ormai considerato profondamente errato. Se è vero infatti che gli impressionisti fecero dell'attimalità il nucleo della loro ricerca - loro scopo era fermare sulla tela un istante luminoso, unico e irripetibile - la ricerca futurista si muoveva in senso quasi opposto: suo scopo era rappresentare sulla tela non un istante di movimento ma il movimento stesso, nel suo svolgersi nello spazio e nel suo impatto emozionale.
Come conseguenza dell'"estetica della velocità", nelle opere futuriste a prevalere è l'elemento dinamico: il movimento coinvolge infatti l'oggetto e lo spazio in cui esso si muove. Il dinamismo dei treni, degli aeroplani (Aeropittura), delle masse multicolori e polifoniche e delle azioni quotidiane (del cane che scodinzola andando a spasso con la padrona, della bimba che corre sul terrazzo, delle ballerine) è sottolineato da colori e pennellate che mettano in evidenza le spinte propulsive delle forme. La costruzione può essere composta da linee spezzate, spigolose e veloci, ma anche da pennellate lineari, intense e fluide se il moto è più armonioso.
Tra gli epigoni più interessanti del futurismo, l'avanguardia russa del raggismo e del costruttivismo. Le tecniche pittoriche futuriste sono state riassunte nei due manifesti sulla pittura dei primi mesi del 1912.
Due tra i principali esponenti del movimento pittorico, Umberto Boccioni e Giacomo Balla, furono presenti anche nella scultura. La pittura di Boccioni è stata definita "simbolica": il dipinto La città che sale (1910), per esempio, è una chiara metafora del progresso, dettato dal titolo e dalle scene di cantiere edile sullo sfondo, esemplificate nella loro vorticosa crescita dalla potenza del cavallo imbizzarrito, un vortice di materia che si scompone per piani. Se Boccioni è simbolico, Balla è fotografico e analitico. Ancora legato a principi cubisti, non è raro che realizzi sequenze fotogrammetriche di una scena, per rendere il movimento, piuttosto che affidarsi a impetuosi vortici di pittura: è il caso del posato Bambina che corre al balcone (1912).
(5) I pittori Ambulanti o itineranti - Peredvizniki
Per mancanza di spazio, le notizie relative ai pittori ambulanti si trovano nella pagina delle "notizie brevi".