il Natale Cristiano
25 dicembre
a cura di Francesco Mian
Il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù "la Natività"; cade il 25 dicembre (il 7 gennaio nelle Chiese Ortodosse Slave e Copte che adottano il Calendario Giuliano).
Non c’è nessun altra festa...
il Natale Cristiano
25 dicembre
a cura di Francesco Mian
Il Natale è la festività cristiana che celebra la nascita di Gesù "la Natività"; cade il 25 dicembre (il 7 gennaio nelle Chiese Ortodosse Slave e Copte che adottano il Calendario Giuliano).
Non c’è nessun altra festa Cristiana così carica di tradizioni, di fascino e che abbia altrettanto richiamo popolare. Il termine deriva dal latino natalis che significa "relativo alla nascita". Secondo il calendario liturgico è una solennità al di sopra dell'Ascensione e della Pentecoste, ma inferiore alla Pasqua, la festività Cristiana più importante; è comunque la festa più popolarmente sentita tra i cristiani che negli ultimi anni ha assunto anche un significato laico, legato allo scambio di regali, alla famiglia e a figure del folclore come Babbo Natale.
Sono strettamente legate alla festività la tradizione del presepe, di origine medioevale, e l'addobbo dell'albero di Natale, diffusasi successivamente a partire dal Nord Europa.
Nella tradizione Cristiana, il Natale celebra la nascita di Gesù a Betlemme Figlio di Maria; il racconto ci è pervenuto attraverso i vangeli di Luca e Matteo, che narrano l'annuncio dell'Angelo Gabriele, la deposizione nella mangiatoia, l'adorazione dei pastori, la visita dei Magi; alcuni aspetti devozionali (la grotta, il bue e l'asino, i nomi dei magi) risalgono invece a tradizioni successive e a racconti presenti in Vangeli Apocrifi.
Il significato cristiano della festa risiede nella celebrazione della presenza di Dio; con la nascita di Gesù, Dio, per i cristiani, non è più infatti un Dio distante, che si può solo intuire da lontano, ma è un Dio che si rivela ed entra nel mondo per rimanervi fino alla fine dei tempi.
Per quanto riguarda la liturgia, nella Chiesa latina il giorno di Natale è caratterizzato da quattro messe: la vespertina della vigilia, ad noctem (cioè la messa della notte), in aurora e in die (nel giorno).
Come tutte le solennità, il Natale ha una durata maggiore rispetto agli altri giorni del calendario liturgico e inizia infatti con i vespri della vigilia: il tempo liturgico del Natale si conta infatti a partire dai primi vespri del 24 dicembre, per terminare con la domenica del Battesimo di Gesù, mentre il periodo precedente al Natale comprende le quattro domeniche di Avvento e dura da un massimo di 4 settimane (se il Natale cade di domenica) ad un minimo di 3 settimane più un giorno (se Natale cade di lunedì).
Il Natale al di fuori del Cristianesimo
Nel corso dell'ultimo secolo, con il progressivo secolarizzarsi dell'Occidente, e in particolar modo dell'Europa Settentrionale, il Natale ha continuato a rappresentare un giorno di festa anche per i non cristiani, assumendo significati diversi da quello religioso; in questo ambito, il Natale è generalmente vissuto come festa legata alla famiglia, alla solidarietà, allo scambio di regali e a Babbo Natale.
Al tempo stesso la festa del Natale, con connotazioni di tipo secolare-culturale, ha conosciuto una crescente diffusione in molte aree del mondo, estendendosi anche in Paesi dove i cristiani sono piccole minoranze; tale è, ad esempio, il caso di India, Pakistan, Cina e Taiwan, Giappone e Malesia.
Al di fuori del suo significato religioso, il Natale ha inoltre assunto nell'ultimo secolo una significativa rilevanza in termini commerciali ed economici, legata all'abitudine dello scambio di doni; a titolo di esempio, negli Stati Uniti è stato stimato che circa un quarto di tutta la spesa personale venga effettuata nel periodo natalizio.
Il Natale è una festa accompagnata da diverse tradizioni, sociali e religiose, spesso variabili da paese a paese; tra i costumi, le pratiche e i simboli familiari del Natale è possibile ricordare il Presepe, l'Albero natalizio, la figura di Babbo Natale, il calendario dell'Avvento e lo scambio di auguri e di doni. In particolare il Presepe, derivato da rappresentazioni medievali che la tradizione fa risalire a San Francesco d'Assisi, è una ricostruzione figurativa della natività di Gesù ed è una tradizione particolarmente radicata in Italia.
L'albero di Natale è invece un abete (o altra conifera sempreverde) addobbato con piccoli oggetti colorati (soprattutto palle di diversi colori), luci, festoni, dolciumi, piccoli regali impacchettati e altro; le origini vengono in genere fatte risalire al mondo tedesco nel XVI secolo, sulla base di preesistenti tradizioni cristiane e Pagane; verso il secolo XI, nell'Europa dei Nord, si diffuse l'uso di allestire rappresentazioni che riproponevano episodi tratti dalla Bibbia; nel periodo dell'Avvento, una rappresentazione molto richiesta era legata al brano della Genesi sulla creazione; per simboleggiare l'albero "della conoscenza del bene e del male" del giardino dell'Eden si ricorreva, data la regione (Nord Europa) e la stagione, ad un abete sul quale si appendevano dei frutti.
Da quell'antica tradizione si giunse via via all'albero di Natale dei giorni nostri, di cui si ha una prima documentazione certa risalente al 1512 in Alsazia. L'abete di Natale assunse gradatamente anche un significato nuovo: venne a simboleggiare la figura di Gesù, il Salvatore che ha sconfitto le tenebre dei peccato: per questo motivo si è cominciato ad adornarlo di luci.
Babbo Natale, presente in molte culture, è un vecchio con la barba bianca che distribuisce i doni ai bambini, di solito la sera della vigilia di Natale; deriva dalla figura storica di San Nicola di Bari, ma nella sua forma moderna si è diffuso a partire dal XIX secolo negli Stati Uniti.
Molte tradizioni natalizie sono infine legate alla musica (canti natalizi come Tu scendi dalle stelle e Jingle Bells), a particolari piante (l'agrifoglio, il vischio, la stella di Natale) e pietanze sia dolci (panettone, pandoro e altri dolci natalizi) che salati (zampone, cotechino), spesso con forte variabilità da regione a regione.
La festività del Natale non è documentata con certezza in testi pervenutici prima del IV secolo; la prima menzione certa della Natività di Cristo con la data del 25 dicembre risale al 336, e la si riscontra nel Chronographus, redatto intorno alla metà del IV secolo dal letterato romano Furio Dionisio Filocalo. Le origini storiche della festa non ci sono note e sono state spiegate con varie ipotesi; probabilmente la sua data venne scelta per sostituire la festa del Natalis Solis Invicti con la celebrazione della Nascita di Cristo, indicato nel Libro di Malachia come nuovo "sole di Giustizia" (cfr. Malachia III,20), ma questa ipotesi è comunque oggetto di discussione e sono state proposte anche soluzioni diverse, sia in relazione ad influenze ebraiche che a tradizioni interne al cristianesimo; le diverse ipotesi possono anche coesistere.
La data di nascita di Gesù è, quindi, sconosciuta: il giorno non è indicato nei Vangeli né in altri scritti contemporanei; fin dai primi secoli i Cristiani svilupparono comunque diverse tradizioni, basate anche su ragionamenti teologici; questi fissavano il giorno della nascita in date diverse, tanto che il filosofo Clemente Alessandrino (150 - 215 d.c.) annotava in un suo scritto: "Non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno".
Il testo di Clemente registra comunque l'esistenza di una tradizione antica relativa a una Nascita di Gesù in una data di mezzo inverno; tale tradizione viene infatti fatta risalire ai seguaci di Basilide, attivo ad Alessandria prima del 150, che celebravano il 6 o il 10 gennaio, con il battesimo di Gesù, la sua nascita come Figlio di Dio.
* note da Wikipedia
altre notizie (users)
Il 25 dicembre, giorno che oggi tutti festeggiano come nascita del Cristo, in realtà è stato 'strappato' al culto di Mitra. Il Dies Natalis Solis, giorno della nascita di Mitra appunto, era difatti proprio il 25 dicembre. Nella cristianità primitiva si celebrava solo una festa: la Pasqua, e infatti fino al IV secolo la Pasqua e la Pentecoste erano le uniche festività ufficiali della Chiesa (a quanto pare, allora ci si ricordava ancora che Gesù non aveva mai predicato l'introduzione di feste!).
Per molto tempo la nascita del Cristo non fu celebrata, e in seguito per altro, venne determinata in modo estremamente diverso, dato che non era certa neppure la determinazione dell'anno della nascita (per non parlare poi della storicità dell'evento). Intorno al 200, secondo quanto si sa da Clemente Alessandrino, per alcuni era il 19 di aprile, per altri il 20 di maggio, mentre lo stesso Clemente credeva che la data esatta fosse il 17 novembre (Clemente Alessandrino strom. 1,21,147).
Il Natale sorse in Egitto nel II secolo, festeggiato il 6 gennaio (11 Tybi), giorno della nascita del Dio Eone ovvero Osiride (vedi Plutarco: Iside e Osiride 12,355 E.). Fu solo a partire dal 353 che la Chiesa indicò il 25 dicembre, nel quale ricorreva la festività di Mitra, l'invitto Dio del Sole, e tale scelta si proponeva soltanto di cancellare dalla coscienza popolare la ricorrenza pagana !
L'Avvento, festa preliminare alla celebrazione del Natale, venne introdotto addirittura solo nel VI secolo dopo Cristo; la nuova solennità ecclesiastica divenne ben presto assai popolare proprio perché altro non era se non la trasformazione e l'adeguamento della festa pagana del solstizio, della festività dell'Eone, cioè della mitica rappresentazione della nascita del nuovo sole. In tale circostanza, nella notte fra il 24 ed il 25 dicembre gli iniziati si raccoglievano in un adyton sotterraneo, per compiere i riti iniziatori intorno alla mezzanotte; all'alba i fedeli lasciavano in processione il luogo sacro, portando con sé la statuetta di un bambino, simbolo del Figlio del Dio del Sole appena nato dalla Vergine, la Dea Caelestis, e non appena sorgeva il sole recitavano in coro la formula liturgica: «La Vergine ha partorito, la luce cresce».
Il racconto Cristiano del Natale è talmente popolare, che molti credono che esso si trovi in tutti i Vangeli, mentre, al contrario, è presente soltanto in Luca, il quale ha rielaborato una tradizione veterotestamentaria e più ancora un patrimonio culturale pagano.
* note ricavate da Users