La madonna del Roveto Ardente
a cura di Francesco Mian
Questa Immagine Mariana, prende il nome dall'episodio Biblico del roveto che ardeva senza consumarsi mentre in esso Dio parlava a Mosè; gli antichi Padri della Chiesa interpretarono la visione che Mosè ebbe del Roveto Ardente come l'apparizione della Madonna con il Cristo "Emman...
La madonna del Roveto Ardente
a cura di Francesco Mian
Questa Immagine Mariana, prende il nome dall'episodio Biblico del roveto che ardeva senza consumarsi mentre in esso Dio parlava a Mosè; gli antichi Padri della Chiesa interpretarono la visione che Mosè ebbe del Roveto Ardente come l'apparizione della Madonna con il Cristo "Emmanuele"(*).
La Madre di Dio, "Roveto Ardente", è rappresentata al centro di due stelle a quattro punte formate da due quadrati sovrapposti con i lati incurvati e di diverso colore: Uno è sempre rosso per ricordare il fuoco l'altro sempre verde o azzurrognolo per ricordare l'arbusto. Questa doppia stella è a sua volta inserita su di un fiore sbocciato (Rosa Mistica, Rosa Immarcescibile) che rappresenta l'eterna purezza di Maria; sulla stella blu sono raffigurati gli Angeli, su quella rossa i quattro Evangelisti o i Loro simboli: "l'Aquila, il Bue, il Leone ed il Volto Umano"; la Madonna appare a mezzo busto con il Cristo benedicente in braccio oppure con il Cristo Emmanuele in grembo; sulla spalla destra di Maria è visibile, obliqua, la scala del sogno di Giacobbe, l'espressione dell'inno: Akathistos (*).
Negli angoli, in alto dell’Immagine sono rappresentati il Roveto Ardente visto da Mosè e l'albero di Jesse; in basso, la visione della scala di Giacobbe e della porta chiusa di Ezechiele.(*)
"Come Roveto che non si consuma bruciando, così la Vergine ha partorito", canta la Chiesa di tradizione costantinopolitana nella dogmatica del secondo Tono.(*) - Cristo col fuoco della Sua Divinità non ha bruciato la Creatura nella quale si incarnò, anzi ne conservò intatta la verginità.
Trattasi di figure dell'antico testamento spesso applicate alla Madre di Dio, ma occorre tener presente che verso la metà del sedicesimo secolo, la pittura di Icone in Russia, si era arricchita di leggero accento orientalizzante per influsso della Persia, di un gusto della miniatura, dello spirito calligrafico, di quantità di nuovi soggetti, dell'apparizione di composizioni complicate e molto ricche.
La vergine indicata in questa Icona, come in vari testi liturgici bizantini, quale "Pietra non tagliata da mano umana", rappresenta il cielo dove la pietra è caduta e perciò la Sua veste è coperta da cirri e nuvole.
Sulla roccia c'è l'Immagine di Cristo Pontefice e Re, circondata dalle mura della Gerusalemme celeste: "Il Dio del cielo susciterà un Regno che non sarà distrutto in eterno".
Il più famoso inno in onore della Madre di Dio, composto in oriente da autore sconosciuto, verso il VI secolo, ormai è noto in molte traduzioni anche in occidente.
Il nome dell'Icona "Roveto Ardente" è sempre scritto in slavo al centro del bordo superiore e sempre ben visibile.
La ricorrenza liturgica di questa Immagine è festeggiata il 4 settembre, lo stesso giorno nel quale, nel calendario Ortodosso/Bizantino, è ricordato il profeta Mosè.
Evidentemente questa immagine riflette il gusto per le rappresentazioni simboliche molto diffuse nella pittura di Icone russe del 1600.
(*) Emmanuele: Rappresenta la profezia di Isaia "Per ciò il Signore stesso Vi darà un segno, guardate, una Vergine concepirà nel Suo Grembo e darà alla luce un Figlio chiamandolo Emmanuele", in ebraico – Dio con Noi -.
(*) Akathistos: "Salve o ponte che tragitti al cielo, salve o scala che Giacobbe vide".
Una piccola roccia giace sul Suo petto e ci fa ricordare la profezia di Daniele: "Una pietra si staccò senza spinta di mani e la pietra divenne un grande monte che riempì tutta la terra".
(*) La "Scala di Giacobbe" ed "Ezechiele", costituiscono due delle tre letture ripetute ai vespri nelle feste della Madre di Dio nel rito Bizantino.
(*) Sono preghiere Mariane dove più esplicito è l'insegnamento della Chiesa sul mistero di Cristo e di Maria, molto note e ripeture in ciascuno degli otto toni della musica bizantina.